Monza, 14 ottobre 2019 – Gli occhi lucidi e pieni di sgomento di una giovane studentessa uscita piangendo dalla tensostruttura allestita in piazza Trento e Trieste sono il riassunto di una giornata di forti emozioni. Lo sgomento di fronte a manichini crivellati dai colpi di mitra, dalle immagini (purtroppo vere e non fotomontaggi) di sanitari uccisi negli scenari internazionali di guerra, hanno smosso le coscienze e i cuori dei monzesi.
La Croce Rossa Italiana non è un bersaglio: lo hanno capito i tanti brianzoli che il 19 ottobre hanno fatto visita allo stand del Comitato locale della CRI presente in piazza in occasione della Settimana della Protezione civile istituita con direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri. Il Comitato monzese era presente non solo con uomini e mezzi di protezione civile, che intervengono tempestivamente in caso di emergenza a tutela della salute e della sicurezza dei cittadini in una perfetta organizzazione di squadra e di rete. A incuriosire ed emozionare studenti e famiglie soprattutto lo spazio dedicato a “Non sono un bersaglio”, campagna internazionale lanciata dal Comitato Internazionale di Croce Rossa per denunciare il costante intensificarsi di attacchi agli operatori sanitari nei teatri di conflitto e anche in “insospettabili contesti” come le nostre città.
Sotto la guida delle Infermiere Volontarie e degli uomini del Corpo Militare Volontario i visitatori sono entrati in un Posto Medico allestito per l’occasione. Una ricostruzione che ha fatto venire la pelle d’oca e grande tristezza al cuore. Non solo attraverso le immagini di attacchi mortali agli operatori sanitari e di pace, ma anche per quell’angolo dove è stato ricostruito con impressionante realismo un campo medico sotto attacco, con manichini di civili e sanitari esanimi sotto i colpi delle armi, l’angosciante sottofondo di sirene e raffiche di mitra che hanno accompagnato tutto il percorso.
La visita è stata anche l’occasione per far riflettere i visitatori sulla violenza contro il personale sanitario, non solo negli scenari di guerra, ma purtroppo anche nelle nostre città. Aggressioni a medici e infermieri in ospedale, nei Pronto soccorso e nei presidi medici assistenziali: nel 2018 sono stati registrati 3.000 episodi, a fronte di sole 1.200 denunce all’Inail. Un’emergenza che si sta diffondendo da Nord a Sud, anche nella nostra civilissima Brianza.
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